San Francisco Stories Travel

April 19, 2013 at 2:08 am

Avventura colorata in un deserto di musica. Coachella 2013

“Siamo sulla centonovesima strada. Occupiamo 18 posti auto. La mia tenda è arancione ed è piazzata tra una Volkswagen rossa e una Toyota Corolla color champagne. Per riconoscerci guarda in alto. Abbiamo appeso un bambolotto di colore in cima a un palo”

Tutto sarebbe più facile se fosse giorno. Purtroppo il traffico dell’ora di punta di San Francisco ha trasformato le nostre 9 ore di viaggio in 12. Abbiamo impiegato un bel po’ per lasciare la città e prendere l’interstate 5.

Avventura colorata in un deserto di musica. Coachella 2013

Coachella Stage

Tra i vantaggi dell’essere arrivati cosi tardi c’è quello di non aver trovato fila ai cancelli. Gli addetti alla sicurezza ci hanno perquisito velocemente per assicurarsi che non fossimo in possesso di bottiglie di vetro o altro materiale potenzialmente pericoloso.

Al mio fianco c’è Serge che mi aiuta a trasportare le provviste per affrontare il weekend nel deserto. L’ho conosciuto a una festa la settimana precedente. Proprio il giorno prima di partire mi ha scritto un messaggio su Facebook.

“Non ho trovato una sistemazione per il weekend. Visto che tu sarai a Coachella, mi domandavo se potessi stare a casa tua in tua assenza.”

La mia risposta è stata un po’ vaga. Sono qui da poco e non credo che ai miei coinquilini farebbe piacere ospitare un estraneo. Soprattutto se io non sono a casa.

“Non credo sia possibile”  ho risposto ” però, se vuoi, ho un biglietto in più per il festival. Un tipo me l’ha appena offerto. Vuole sbarazzarsene pur di non perdere i soldi che ha speso. Lo darebbe via a un buon prezzo. Se vuoi puoi venire anche tu.” Non pensavo affatto che avrebbe accettato l’invito senza avere il tempo di organizzare un’avventura del genere. Invece Serge è come me. Non si è lasciato sfuggire l’occasione. In fondo è qui in vacanza da Londra e Coachella è sicuramente un’esperienza da non perdere.

La Volkswagen e la Toyota sono lì, ma Joss che avrebbe voluto aspettarmi in piedi, non ce l’ha fatta a resistere  fino alle 5 del mattino. Ora è nascosta in una delle centinaia di tende che vedo di fronte a me.

Il buio è intenso, l’unica fonte luminosa è la ruota panoramica che si vede in lontananza. Alla mia destra c’è un palo e quella macchia scura che percepisco in cima potrebbe essere la sagoma di un bambolotto di colore.

Non sono affatto sicuro che questo sia il camp giusto, però non credo che nessuno si lamenterà se al risveglio trovasse due morti di sonno aggrovigliati in sacchi a pelo senza nemmeno una tenda in cui dormire. Capiranno, penso.

Pensando al sole che sarebbe sorto circa un’ora dopo, suggerisco a Serge di sistemarci dietro un piccolo furgoncino che ci avrebbe regalato un po’ di ombra per riposare meglio.

Prima di addormentarmi sotto un cielo infinitamente stellato, pensando che quello sarebbe stato l’inizio di una nuova memorabile avventura, mando un sms a Joss.

“Sono arrivato. Mi sembrava giusto dirtelo”

Avventura colorata in un deserto di musica. Coachella 2013

Joss e altri amici del camp che mi ha ospitato

Aver conosciuto tante persone da tutto il mondo ed esser riuscito a mantenere contatti con molti di loro mi porta spesso a vivere esperienze totalmente inaspettate. Ho conosciuto Joss a Roma 3 anni fa. Lei era in vacanza con una sua amica. Circa un anno dopo mi offrì un riparo a casa sua quando arrivai a San Francisco per la prima volta. Ora vive a Sacramento, ma quando ho scritto su Facebook se ci fosse qualcuno diretto a Coachella per il weekend, lei mi ha risposto invitandomi ad unirmi al suo camp. “Non posso darti un passaggio perchè le nostre macchine sono stracariche, però sarebbe bellissimo se ti unissi a noi. Sarò lì con un grande gruppo di amici con i quali mi ritrovo ogni anno per l’occasione.”

Io ero completamente da solo. Mi sembrava la situazione perfetta. Mi mancava soltanto un biglietto e un passaggio per arrivare.

Il caso ha voluto che, settimane prima, avessi conosciuto Russ mentre ero in fila per fare pipì nei bagni pubblici di Dolores Park. Anche in questo caso Facebook mi è tornato utile. Tre giorni prima di partire Russ mi ha scritto che il suo amico Fabian aveva un biglietto in più e che, addirittura, sarebbe partito in macchina insieme ad altri due compagni di viaggio in direzione Coachella. Il resto è matematica.

Partiti da Daly City abbiamo affrontato insieme le 12 ore di viaggio ascoltando di tutto. Dai Subsonica (proposti da me alla richiesta di ascoltare qualcosa di Italiano) a roba messicana che non saprei come descrivere.

Avventura colorata in un deserto di musica. Coachella 2013

Fabian e i miei compagni di viaggio di ritorno a San Francisco

Il Coachella Arts and Music Festival è uno dei più grandi appuntamenti musicali degli Stati Uniti. Come nel caso del Burning Man (che io non oso definire un festival) a rendere questo evento particolare è la natura selvaggia nella quale viene ospitato. Questo weekend di musica e arte prende il nome dalla Coachella Valley. La zona del Palm Desert a sud/est di Los Angeles, non molto distante dallo spettacolare Joshua Tree National Park.

Il centro abitato più vicino è Indio. Un piccolo paesello nella contea di Riverside in cui, il festival in questione, è probabilmente l’unico avvenimento che impegna i giornalisti delle varie testate locali nell’arco di un anno.

 

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Tre giorni di concerti sotto un sole incredibile. 7 palchi sui quali si sono esibiti gli artisti più importanti del mondo. 85 mila persone bellissime, in tutti i sensi. Bagni chimici e docce improvvisate. File infinite per fare qualsiasi cosa. Un paragone italiano potrebbe essere quello dell’ Heineken Jammin’ Festival a cui ho partecipato numerose volte. La differenza è che, nonostante il numero di presenti sia più o meno lo stesso, Coachella ha luogo in un’area molto più vasta e selvaggia. Inoltre, in questo caso, essendo un evento in cui la maggior parte dei partecipanti arriva dalla California del sud, l’apparenza è qualcosa a cui si presta molta attenzione. Soprattutto le ragazze. Tacchi e vestitini alla moda rendono l’atmosfera molto più gradevole.

Avventura colorata in un deserto di musica. Coachella 2013

Serge e altre party people che hanno accompagnato i miei giorni

Il penultimo giorno, quando tutti aspettavano con ansia la conferma dello spettacolo a sorpresa dei Daft Punk (che non c’è stato) è cominciata a girare la notizia di una tempesta di vento a 50 miglia orarie che avrebbe interessato l’area del concerto e le zone limitrofe. Si consigliava di fissare bene le tende al terreno e di custodire tutti gli oggetti che sarebbero potuti volar via.

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Ovviamente, l’euforia di quei giorni ha fatto in modo che tutti accogliessero la notizia con la più totale indifferenza. Nessuno si è preoccupato di prendere i giusti provvedimenti. La tenda che sono riuscito a conquistare col tempo ha perso drammaticamente il telo protettivo facendo in modo che la struttura reticolare interna fosse completamente esposta alla luce.

Il risultato è stato evidente nel momento del mio risveglio alle 8 del lunedì mattina. Mi sono ritrovato interamente coperto di sabbia al punto da non riuscire ad aprire gli occhi.

Forse avrei dovuto investire quei cinque minuti per dare una rinforzata ai picchetti.

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