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June 12, 2013 at 7:06 am

Freespace. Uno spazio momentaneo per un cambiamento che dura

Diecimila piedi di altezza in direzione New York, seduto di fianco a un tipo asiatico che si è appena tolto le scarpe e che spero non sappia leggere l’italiano. Starò via soltanto una settimana. Vado a festeggiare il mio compleanno nella Grande Mela e sono molto felice per questo, ma [ Freespace ] è l’unico motivo per cui mi piacerebbe esser rimasto a San Francisco.

Freespace. Uno spazio momentaneo per un cambiamento che dura

freespace logo

Un esperimento.

Il proprietario di un grande e mal ridotto magazzino, al confine tra SOMA e il Tenderloin, che sapeva che Giugno non sarebbe stato un buon mese per gli affari, incontra Mike Zuckerman, un cultural hacker. Uno di quelli che credono che le cose possono cambiare. Basta volerlo, ma bisogna essere in tanti.

 

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24 mila dollari al mese è il prezzo al quale i 4000 metri quadri di spazio vengono abitualmente concessi in affitto. Mike riesce a firmare il contratto per un dollaro.

Un dollaro per un solo mese.

Insieme allo spazio Mike riesce a ottenere le autorizzazioni necessarie per fare qualsiasi cosa all’interno di quelle mura.

L’unica condizione è che, allo scadere del trentunesimo giorno, tutto deve tornare come prima.

Freespace. Uno spazio momentaneo per un cambiamento che dura

Primi 7 giorni di Freespace

Io vengo a sapere del progetto soltanto due giorni prima. Il mio amico Eoin mi scrive su Facebook “Inaugurazione del [ freespace ]. 1131 Mission street. Dopodomani. Porta la telecamera!”

Do’ un’occhiata al sito imbattendomi per la prima volta nel logo. Due parentesi quadre. Un perimetro accessibile. Uno spazio temporaneo per un cambiamento che dura nel tempo.

L’idea mi sembra fantastica. È la rappresentazione fisica di MeetingLife.

Quel perimetro delimita uno spazio vuoto. Non ci sono programmi. A riempirlo ci penseranno le persone che avranno voglia di farlo. Lo coloreranno con idee, talento e passione. Chiunque può entrare e darsi da fare.

Video Tour – Giorno 1

“Qual è l’obiettivo?” si chiedono molti di quelli che, come me, si trovano lì il primo giorno. L’obiettivo è quello di lasciare un segno che duri nel tempo. Dimostrare che persone che non si conoscono, unite da passione, amore e generosità, possono trasformare un palazzo, un quartiere malfamato, una città e, magari, il mondo intero.

Il [ freespace ] diventa subito un richiamo per artisti, musicisti e performer. La community di San Francisco dona strumenti musicali, mobili, cibo, utensili.

 

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Ogni giorno che entro lì dentro c’è qualcosa di nuovo. Un cambiamento continuo. Lezioni di Yoga, musica, taglio e cucito, danza. Biciclette restaurate e messe a disposizione.

Tutto assolutamente gratis.

Rifletto pensando allo stupore delle persone che si trovano ad entrare per la prima volta. “Com’è possibile che tutto questo sia gratis?”

È possibile. Ma siamo stati abituati a pensarla diversamente.

La domanda che Mike riceve più spesso è “chi è lo sponsor?”. La sua risposta è sempre la stessa “lo sponsor sei tu!”

Video Tour – 10 giorni dopo

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